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One Fifth Avenue - 9781401341053

Un libro in lingua di Candace Bushnell edito da Hachette Books, 2009

  • € 23.10
  • Il prezzo è variabile in funzione del cambio della valuta d’origine

Billy Litchfield passava davanti a One Fifth almeno una volta al giorno. Tempo prima aveva un cane: uno wheaten terrier datogli dalla signora Houghton, che li allevava nella sua proprietà sullo Hudson; Wheaty richiedeva due uscite al giorno nell’apposita area recintata in Washington Square Park, e Billy, che abitava più su sulla Fifth Avenue, non lontano dal numero 1, aveva conservato l’abitudine di includere il palazzo nel suo giretto quotidiano. Era tra le attrazioni turistiche del suo tour personale: un magnifico edificio in pietra grigio chiaro dalle linee classiche dello stile art déco, e Litchfield, che teneva un piede nel nuovo millennio e uno nella vecchia café society, lo aveva sempre ammirato. “Non dovrebbe importare dove si vive” si diceva, “purché sia un posto decente.” E tuttavia sognava di vivere a One Fifth. Per l’esattezza, vi aspirava da trentacinque anni e non ci era ancora riuscito.Per un breve periodo Billy aveva ritenuto che l’ambizione fosse morta, o per lo meno che avesse perso il favore popolare. Era stato subito dopo l’11 settembre, quando il cinismo e la frivolezza che sono la linfa vitale della città avevano iniziato ad apparire un’inutile spregiudicatezza e, di colpo, era diventato indice di cattivo gusto desiderare qualunque cosa all’infuori della pace nel mondo, o non apprezzare ciò che si possedeva.

Recensione Unilibro a cura di Seby

Informazioni bibliografiche

 
Le Recensioni degli Utenti Unilibro
"One Fifth Avenue"
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Era soltanto un ruolo in una serie televisiva e l’appartamento nient’altro che un bilocale a New York, ma le parti, e soprattutto quelle decorose, non cadevano dal cielo, e persino a Los Angeles era ben noto il valore di un pied-à-terre a Manhattan. Il copione, poi, le era arrivato lo stesso giorno della sentenza definitiva di divorzio. Se la vita fosse una sceneggiatura, il produttore esecutivo avrebbe giudicato quella coincidenza "troppo inverosimile", ma a Schiffer Diamond le coincidenze piacevano. E anche i segni. Percepiva un’infantile aura di magia al pensiero che nulla accade per caso: era un’attrice e, da sempre, la magia faceva parte della sua vita quotidiana. Così accettò la parte anche se ciò significava ritornare per sei mesi a New York, dove avrebbe vissuto nel suo bilocale sulla Fifth Avenue. L’idea, all’inizio, era di restare solo fino al termine delle riprese, poi di rientrare a L.A., nella casa di Los Feliz. Due giorni dopo andò all’Ivy e si imbattè nel più recente dei suoi ex mariti che pranzava al centro della sala, sprizzando autocompiacimento da tutti i pori per la sua recente nomina a presidente del network.

"One Fifth Avenue"
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Billy Litchfield passava davanti a One Fifth almeno una volta al giorno. Tempo prima aveva un cane: uno wheaten terrier datogli dalla signora Houghton, che li allevava nella sua proprietà sullo Hudson; Wheaty richiedeva due uscite al giorno nell’apposita area recintata in Washington Square Park, e Billy, che abitava più su sulla Fifth Avenue, non lontano dal numero 1, aveva conservato l’abitudine di includere il palazzo nel suo giretto quotidiano. Era tra le attrazioni turistiche del suo tour personale: un magnifico edificio in pietra grigio chiaro dalle linee classiche dello stile art déco, e Litchfield, che teneva un piede nel nuovo millennio e uno nella vecchia café society, lo aveva sempre ammirato. “Non dovrebbe importare dove si vive” si diceva, “purché sia un posto decente.” E tuttavia sognava di vivere a One Fifth. Per l’esattezza, vi aspirava da trentacinque anni e non ci era ancora riuscito.Per un breve periodo Billy aveva ritenuto che l’ambizione fosse morta, o per lo meno che avesse perso il favore popolare. Era stato subito dopo l’11 settembre, quando il cinismo e la frivolezza che sono la linfa vitale della città avevano iniziato ad apparire un’inutile spregiudicatezza e, di colpo, era diventato indice di cattivo gusto desiderare qualunque cosa all’infuori della pace nel mondo, o non apprezzare ciò che si possedeva.